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degno di una berlina e non affatica chi è alla guida. Dopo 10

ore di viaggio, nonostante le dovute pause lungo autostrade

piene di curiosi, abbiamo voglia di fare due passi e la Valle

della Marna che si estende da Champillon a Epernay è un fa-

cile invito a nozze. In questo punto, i Galli prima e i Romani in

seguito posero le proprie basi, sfruttando lo strategico cro-

cevia che porta a Reims. E siccome i Galli e i Romani erano

uomini acuti, scelsero questo luogo anche per la vista mozza-

fiato che si estende sui vigneti di champagne più famosi del

mondo. In quel punto preciso, che un tempo era un ufficio

di posta in cui Napoleone amava ricoverare durante gli spo-

stamenti per raggiungere i campi di battaglia, oggi si erge il

“Royal Champagne”, una struttura alberghiera di alto livello,

di proprietà del Gruppo Baglioni e diretta da David Casade-

wall. Membro della prestigiosa catena dei Relais & Chateaux,

l’Hotel è capace di offrire ai propri ospiti, sia in camera che

nei saloni, una delle più belle viste di tutta questa zona. Do-

minando incontrastato il panorama di vigneti che va dall’an-

tica abbazia di Hautvillers fino a Epernay, anche la cantina

del ristorante del Royal Champagne non può non offrire una

ricca selezione di oltre 200 etichette di produttori di bollicine

di qualità. Non dovendo più guidare per una notte intera la

nostra GranTurismo, ci abbandoniamo al piacere tanto scon-

tato quanto sublime di bere un calice di champagne, seduti

nel cuore dell’omonima regione Champagne. È un po’ come

andare in Borgogna e bere un rosso importante o in Toscana

e gustare un vero Brunello. La cucina del Royal Champagne,

guidata dall’esperto Frank Taupin, non è da meno e capita

spesso che, per indicare il punto preciso di produzione di

uno champagne, il cameriere si sposti verso la vetrata e in-

dichi con un dito un punto sulla collina davanti a noi. Piccoli,

ma profondi piaceri della vita. Le luci di Epernay timidamente

si accendono dopo il tramonto e squarciano l’oscurità che

avvolge gelosamente i vigneti più celebri del mondo.

La mattina seguente, dopo una rilassante dormita, sfruttiamo

la luce migliore dell’alba per fotografare la Maserati sotto le

tribune e davanti ai box del Circuito di Gueux. La situazione è

paradossale: tutto le strutture colorate dai loghi dei numerosi

sponsor dell’epoca sono intatte. L’autodromo sembra anco-

ra in funzione, se non fosse per la segnaletica stradale con-

temporanea e per l’asfalto cittadino. Ci viene in aiuto Mon-

sieur Gérard Cuif, Presidente Onorario dell’Associazione

Amici del Vecchio Circuito di Gueux e organizzatore a metà

settembre del “Week-End de l’Excellence de Reims”, una ma-

nifestazione di rilievo internazionale che richiama su questo

circuito centinaia di auto e migliaia di persone. L’Associazio-

ne è impegnata a recuperare nel modo più rispettoso tutte

le strutture rimaste di questa vecchia pista, che, sottolinea

Monsieur Cuif, “insieme a Spa e a Monza era uno dei circuiti

al mondo capaci di far emergere i veri campioni, grazie alle

caratteristiche dei propri tracciati. Su questi circuiti la media

complessiva per auto con circa 290 cavalli era di 200 km/h.

“Piccoli, ma profondi piaceri della vita”

A Reims,

tra il vecchio circuito

e le cantine di

champagne

KERB 1.12