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POKER D ’ ASS I

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metà anni Settanta provai due forti

emozioni: la scoperta dei fantastici

scenari delle valli dolomitiche – del-

la Val di Fassa e di Moena in particolare

- al volante di una macchina altrettanto

fantastica. In quei giorni ero stato assun-

to al Corriere della Sera e avevo ricevu-

to la liquidazione dal Resto del Carlino

(ove avevo mosso i primi passi). Mai

avuti tanti milioni in tasca. Parenti e ami-

ci mi assediavano consigliandomi va-

rie forme d’investimento. Ma io li gelai

dicendo che, se dovevo investire, avrei

corso il rischio di farlo sulle strisce pe-

donali. Comprai una Maserati Indy co-

lor amaranto, una mandria di 250 cavalli

dentro al cofano e per qualche anno vis-

si l’epopea del casello a casello. Face-

vo le corse con le Miura e le Daytona,

ma, quando parcheggiavo, invidiavo

gli autisti dei pullman: loro avevano il

servosterzo e io no. Un po’ clamoroso

quel bolide per l’ultimo arrivato al Cor-

riere. Ma Giovanni Spadolini conosceva

il mio debole per i motori e una notte

si fece addirittura accompagnare a casa.

Purtroppo era abituato alle berline con

autista ed entrando nel mio coupè die-

de una tremenda capocciata. L’Indy mi

costava una follia: non parlo di benzina

ma di carrozziere. Erano gli anni della

contestazione e spesso trovavo la Ma-

serati ammaccata o graffiata. Pensai di

applicare alle portiere un cartello tipo-

tappezziere con scritto. “Quest’auto non

appartiene a un affamatore del popolo,

bensì a un reddito fisso che si è sputta-

nato la liquidazione”. Ma poi mi convinsi

a ripiegare su una meno vistosa Alfetta,

collocando l’Indy sui cavalletti, in attesa

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di tempi migliori. Quando la vendetti

incassai più di quanto avevo speso e

fu una soddisfazione strepitosa perché

ho dimenticato di aggiungere che – per

tacitare i miei saggi consiglieri – il resto

della liquidazione l’avevo collocata in

Europrogramme e ci avevo rimesso qua-

si tutto. Meditate, gente, meditate. E in-

vestite in splendide follie Maserati.

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e automobili, specie quelle sportive,

mi sono sempre piaciute, anche quel-

le d’epoca. Forse sarà per il fatto che

Cusano Milanino, dove sono nato e vivo,

è vicino a Monza. O forse perché l’amico

fraterno Pasquale Piccolo ha un’officina,

che ospita anche il mio ufficio. Nella mia

carriera di allenatore, in Italia, Germania,

Portogallo, Austria e ora Irlanda, ho la-

vorato per squadre che hanno sempre

avuto accordi di sponsorizzazione con

case automobilistiche, quindi ho potuto

provare modelli diversi. La Federazione

Irlandese attualmente è legata a Ford e

quindi io uso un SUV di questa marca. Mi

piace questa tipo di veicolo perché uni-

sce diverse qualità: la spaziosità e quindi

la comodità, le prestazioni, il design e la

versatilità in ogni condizione atmosferi-

ca. Puoi portarci senza problemi moglie

e nipotini. Ogni tanto mi verrebbe voglia

però di fare un giro su qualche vettura

sportiva e in passato mi è capitato. La

Formula Uno mi piace e la seguo. Il Sa-

lisburgo appartiene al gruppo Red Bull

e quando lo allenavo, ho avuto modo

vedere la collezione di auto e moto da

corsa sponsorizzate dall’azienda, espo-

ste all’Hangar 7. Qualche tempo fa sono

stato in visita alla Ferrari. Spero possa ri-

tornare competitiva presto. Gli anni scorsi

sono comunque stato contento per Die-

trich Mateschitz, proprietario della Red

Bull. Vettel ha un grande talento ed è in

lizza anche quest’anno. Ho prorogato per

altri due anni il mio accordo con l’Irlanda

e proveremo di nuovo a qualificarci per la

Coppa del Mondo, visto che l’ultima vol-

ta ci hanno scippato il passaggio con la

Francia. Agli Europei affonteremo ancora

l’Italia, chissà che non si riesca a passare il

turno insieme. Poi, non intendo fermarmi

e andare in pensione. Nel 2014 vedremo:

mi affascinano altri paesi in crescita come

Cina, India e i paesi emergenti, Russia ed

Emirati Arabi, anche se qualcuno mi vor-

rebbe ancora in Italia.

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di Luca Goldoni

Luca Goldoni è uno dei più grandi giornalisti e scrittori del nostro paese, autore - tra i tanti libri - del celebre “Sempre meglio che lavorare”.

Ha scritto questo pezzo per il lancio della Maserati GranTurismo qualche tempo fa. Lo riproponiamo - ringraziando l’autore per la cortesia -

perché è sempre di straordinaria attualità e si ricollega al tema del valore delle auto d’epoca, argomento che trattiamo nelle pagine seguenti.

Giovanni Trapattoni è stato uno tra i più grandi calciatori al mondo con la maglia del Milan e della Nazionale, capace di fermare campioni quali

Pelé, Eusebio o Cruijff. Come allenatore ha guidato le più grandi squadre italiane conquistando tutto quello che c’era da vincere, prima di emigare

all’estero e allenare Bayern di Monaco (in due riprese), Benfica, Stoccarda, Salisburgo e Nazionale Irlandese. Celebre anche per le sue battute, il

suo modo unico di fischiare e i suoi spot pubblicitari (mitico quello per le lavatrici …) è appassionato di auto.

© Goldoni

SPLENDIDE FOLLIE

NON DIRE GATTO SE NON L’HAI NEL SACCO

di Giovanni Trapattoni

di Luca Goldoni