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A

lzino la mano quanti di voi trent’anni orsono avrebbero

immaginato di poter viaggiare sulla neve con una GT

prestazionale. Pochissimi, dai non bleffate! E quanti di

voi avrebbero ipotizzato di fare 8.000-10.000 km in un anno con

una Ferrari, come se fosse una normale berlina o una station

wagon? Altrettanto pochi. Ebbene i tempi cambiano e anche

le vetture. La Ferrari FF a trazione integrale si trova a suo agio

nella coltre bianca, quanto sull’asfalto nero e abrasivo di un

circuito. Merito della sua versatilità, che unita alla spaziosità

modulare e alla sua linea unica, con uno spettacolare portel-

lone posteriore, ne fanno la mia “rossa” preferita. Anche se,

come i lettori di KERB MOTORI ormai sanno bene, non la pren-

derei rossa, ma Blu America, oppure un’altra tonalità di blu fuo-

ri gamma. Ai miei tempi a Maranello c’erano degli oltremare

fantastici, dal Blue NART, al Blue California, Blue Tour de Fran-

ce, Azzurro Monaco, ecc. ma con il programma Taylor Made

si può scegliere il colore che più aggrada, e tanto altro. Da

urlo comunque questa FF. La prima Ferrari di rottura che san-

cisce il cambiamento di un’epoca. Io sarei andato anche oltre

ridisegnando la calandra, che è veramente obsoleta e stona

con la purezza dei tratti del mezzo. Mi dicono che la vecchia

guardia non abbia voluto osare. Quasi a volontà di mantenere

un presidio. Dicevamo di una Ferrari moderna a 4 posti rea-

li, bene! Con un bagagliaio ampio e sedili abbattibili: ancor

meglio. Con la trazione 4x4 che consente anche un utilizzo in-

vernale esteso. Wow, è lei l’auto che vogliamo: tanto da poter

programmare una traversata tra neve e conifere da 213 km, da

Bressanone a Sankt Moritz, dalle Dolomiti all’Engadina. Italia-

Svizzera: dove è nata e dove è stata presentata, a Ginevra nel

2011. In realtà in Alto Adige abbiamo voluto riproporre la vet-

tura anche a Brunico e Plan de Corones, dove il modello era

stato presentato alla stampa. Pure Nick Mason, il batterista dei

Pink Floyd super appassionato di auto d’epoca, l’aveva prova-

ta in questo contesto. Sono già passati due anni dal suo lancio

sul mercato, ma sembra ieri. Dopo di lei sono arrivate la F12

berlinetta e ora LaFerrari, eppure il suo charme resta intatto. È

la più elegante, la più understatement. Inoltre la FF ha un prima-

to incancellabile: è stata la prima Ferrari a quattro ruote motrici

ma è soprattutto un modello che si stacca profondamente dal

passato riuscendo a conciliare, per la prima volta, prestazioni

estreme ed esigenze di una famiglia (anche i miliardari ne ten-

gono una, o forse più…), con un design fortemente provocato-

rio. Con la FF è cambiato radicalmente il modo di interpretare

il tema di Gran Turismo sportiva. Disegnata da Pininfarina ma

per l’abitacolo dal centro stile interno, la FF propone già nelle

linee l’equilibrio tra sportività e fruibilità. Può ospitare como-

damente quattro persone grazie alle sedute avvolgenti e agli

ampi spazi interni, con un vano bagagli di 450 litri ampliabile

a 800 grazie ai sedili posteriori ribaltabili indipendentemente.

La FF supera così per capienza non solo tutte le vetture della

categoria ma anche molte berline a quattro porte. Le innova-

zioni di questo modello sono anche meccaniche. Il motore, è

stato il primo V12 a iniezione diretta, accoppiato al cambio F1

doppia frizione a sette marce. La potenza erogata è di 660 ca-

valli a 8000 giri/min con una coppia massima di 683 Nm a 6000

giri/min di cui 500 Nm già disponibili a 1000 giri. Le prestazioni

sono da sportiva estrema con l’accelerazione 0-100 Km/h in

3,7 sec e la velocità massima di 335 km/h. Eccellenti i risultati

anche ne i consumi a soli 15,4 litri per 100 km, con emissioni

di CO2 a 360 gr/km, il 25% in meno dei precedenti V12 anche

grazie al sistema HELE (High emotions-low emissions) che pre-

vede l’uso del dispositivo Stop&Start. Prestazioni eccezionali

che la FF garantisce anche su percorsi a bassa aderenza grazie

al sistema 4RM (4 ruote motrici) brevettato da Ferrari. La cop-

pia viene fornita sempre alle ruote posteriori, parte di essa

viene trasferita all’asse anteriore limitatamente alla quantità

e al tempo necessari ad affrontare superfici con poco grip.

E il viaggio? Beh bisognava portarsi l’occorrente per sciare,

ma anche un abito da sera; infatti entrambe le località offrono

innumerevoli opportunità di svago, per rilassarsi in una spa o

per una cena a lume di candela. E adesso che arriva la prima-

vera, per piacevoli gite nel verde. Bressanone, la perla dell’Al-

to Adige, St. Moritz, il cuore dell’Engadina. C’era modo mi-

gliore per celebrare questo virtuale gemellaggio sulla neve?