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TRA ALTI E BASSI, ALLA RICERCA DELLA STABILITA’

Q

uel gran teatro che è il mondo

dell’auto, negli ultimi mesi ha

vissuto un periodo alquanto mo-

vimentato. Si veniva da anni di crisi inizia-

ta nel 2008, in cui i mercati continuavano

a comprimersi vendendo sempre meno,

specialmente nel nostro paese, dove

eravamo tornati ai numeri di inizio anni

’80! Quand’ecco finalmente manifestar-

si agli albori del 2015, i primi sintomi di

una timida inversione di tendenza. Una

crescita a livello europeo, che negli altri

mercati si è rivelata anche più decisa. Da

noi la situazione economica resta più sta-

gnante, dove carico e cuneo fiscali sono

enormi e gli sprechi della politica sem-

pre più devastanti. Per provare a ripartire

serve un piano strategico industriale plu-

riennale, che per ora non c’è. Come se

non bastasse, in ambito europeo siamo

vincolati a una politica comunitaria filo-

germanica che non privilegia la crescita

e porta tutti in un vicolo cieco. Ebbene,

facendo un passo indietro e tornando al

mondo dell’auto, fino al Salone di Fran-

coforte tutto era andato secondo la nor-

ma; con novità a tutto spiano nonostante

una prima flessione del mercato cinese,

legata all’aumento delle tasse e oscil-

lazioni di borsa, ma anche al crescente

interesse verso i modelli elettrici con

contributi statali. Toyota e Volkswagen si

apprestavano a rimanere in lizza per la le-

adership di primo produttore al mondo.

Roba da oltre 10 milioni di vetture, con

GM unica americana a provare a tenere

il passo. Una volta, quando le apparte-

nevano anche altri marchi, toccava a Ford

lottare per il primato. Ammainata in par-

te la bandiera americana “from Detroit”,

sono asiatici - in particolare giappone-

si - i grandi produttori globali, dato che

Nissan (con Renault), Honda e Suzuki si

piazzano nella top ten assieme al gruppo

coreano Hyundai-Kia. Per quanto riguar-

da gli altri marchi, tra i primi dieci trovia-

mo FCA (sempre meno italiana) e il fran-

cese PSA, mentre gli altri brand tedeschi

hanno volumi più bassi. Bene, quando tut-

to sembrava andare per il verso giusto,

ecco scoppiare il “dieselgate” e tenete

presente che il diesel rappresenta una

percentuale infinitesimale del mercato

automobilistico statunitense. Una vicen-

da gestita male fin dall’inizio, soprattutto

dal punto di vista della comunicazione,

sottovalutando cause ed effetti nell’era

DAL LA POSS I B I L E R I PRE SA D E L MERCATO , AL D I E S E L GAT E . DAL PROB L EMA EMI SS I ON I , AL LA SCOMME SSA P L UG - I N…

di Andrea Cittadini

05

terza pagina

del digitale, dove le notizie si propagano

in pochi secondi da un capo all’altro del

mondo. Un boomerang di proporzioni gi-

gantesche per la Casa coinvolta. A livello

vendite comunque, sembra che i danni

siano stati limitati e la fiducia per la qua-

lità del Gruppo VW rimanga forte presso

la clientela. Dal punto di vista economi-

co - tra azioni di responsabilità, interven-

ti tecnici di ripristino, eccetera, è chiaro

che il contraccolpo sarà molto pesante.

Il dieselgate ha dato una spinta alla do-

manda di auto elettriche e ibride, quan-

to meno dal punto di vista mediatico.

Inoltre questa vicenda ha portato nuova

linfa ai demonizzatori dell’automobile, i

“maghi” degli inutili blocchi del traffico e

della circolazione a targhe alterne appe-

na i valori dello smog salgono (dimenti-

candosi di tutti gli altri fattori inquinanti).

In questo panorama purtroppo non c’è

stato fronte comune da parte dei produt-

tori a tutela del mondo dell’auto, capro

espiatorio di tanti problemi dell’ambien-

te, male o mai affrontati. Si guarda nel

nostro Paese a modelli urbanistici scan-

dinavi, che prevedono in futuro centri

completamente senza vetture, ma essi

poggiano su strutture adeguate ed effi-

cienti con sistemi di trasporto pubblico

ramificati, oltre ad avere una densità di

popolazione tremendamente più bassa

della nostra. Hanno provato a mettere i

“puntini sulle i” l’ACI e Toyota, che pure è

il principale produttore di ibride e quin-

di il marchio meno toccato delle misure

restrittive. La Casa nipponica ha eviden-

ziato come la propria factory da anni stia

lavorando per una mobilità sostenibile.

Chiaro, porta acqua al proprio mulino,

ma le altre case avrebbero potuto fare

altrettanto e alzare la voce per ricordare

come la ricerca tecnologica abbia lavo-

rato molto in questi anni sulla riduzione

delle emissioni. Il blocco della mobilità

crea solo problemi alla gente, specie

quando i mezzi pubblici non hanno corsie

preferenziali e si sta stivati come sardine

su bus vecchi e sporchi, che inquinano

di più. Prendiamo il toro per le corna e

spingiamo di più le ibride allora: le plug-

in sono indicate da tutti come il passag-

gio obbligato pre-elettrico tout-court,

ma resta sempre la gran seccatura del-

la ricarica. E’ un mondo dominato dalla

tecnologia, che dà tanto, ma ti avvinghia

con cavi e cavetti inesorabilmente a sè…

UNA PALESTRA DI IDEE

#FORUMAutoMotive è un movimento di opi-

nione fondato dal giornalista Pierluigi Bonora in

difesa della mobilità a 2 e a 4 ruote, aperto

ai media, agli operatori della filiera e ad altri

ospiti. Il Forum organizza diversi incontri su

temi specifici dell’automotive. Sono già tre le

edizioni archiviate, con focus dedicati rispetti-

vamente alla Sicurezza, alla Mobilità del Futu-

ro, alla Comunicazione. Il parterre di relatori

è sempre ricco di addetti ai lavori qualificati.

Con l’ex-Ministro dell’ambiente Corrado Clini

si è parlato del “dieselgate”, che ha assunto

proporzioni troppo allarmistiche tali da met-

tere sul banco degli imputati l’alimentazione a

gasolio, che resta comunque la più efficiente

e la meno inquinante per gli standard di omo-

logazione Euro 6

(www.forumautomotive.net)

.

KERB N.14 - 2015/16