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KERB 2.12

Convertible SS, affidata al leggendario A.J. Foyt per far partire

la corsa, che avviene appunto con partenza lanciata. Chevro-

let lo scorso anno per celebrare questo evento, ha costru-

ito 500 replica di quella pace-car, negli stessi colori bianco

e arancione, al prezzo di 47.000 dollari. Potrebbe diventare

una vettura per collezionisti. Dopo un fine settimana a India-

napolis, la tappa successiva prevede di arrivare a New York,

passando per Ohio, West Virginia, Pennsylvania, New Jersey

e una varietà infinita di paesaggi, soprattutto agricoli. In West

Virginia la densità di popolazione è molto bassa, quindi ab-

biamo attraversato lunghi tratti disabitati in mezzo ai boschi.

In Pennsylvania abbiamo fatto conoscenza con la comunità

Amish, che vive in pace col mondo secondo i dettami di un

secolo fa, senza vetture, apparecchi elettronici e altre amenità

tecnologiche che fanno tanto progresso, ma che ci rendono

schiavi di connessioni e password. Un contrasto forte con Phi-

ladelphia e la vicina strada Turnpike che ci conduce a New

York. C’è una corsa del campionato Grand-Am nel week-end

a Watkins Glen, dove la F.1 correva negli anni ’70, e non vo-

gliamo perdercela. Prima però, abbiamo tempo per fermarci

a New York City e vedere Broadway, Times Square, la Quinta

strada, il ponte di Brooklyn, eccetera. Finalmente le condizio-

ni meteo sono completamente diverse rispetto a pochi gior-

ni prima. Troviamo un clima tropicale, con 35° di media, ma

in cabriolet con l’aria condizionata a manetta, non patiamo

troppo. Manhattan è prigioniera del traffico, e buona parte

del tempo lo si passa ai semafori in attesa del verde; attra-

versare l’East River in direzione di Brooklyn non ci aiuta, visto

che anche lì le strade sono tutte intasate a causa di numerosi

lavori in corso. Optiamo per una puntata in New Jersey, per

scoprire dove si disputerà il secondo G.P. di F.1 in USA nel

2013, quando l’altro Grand Prix si svolgerà nell’altrettanto

nuovo tracciato di Austin. Dopo un’ora di traffico tra gratta-

cieli e palazzi, ora viaggiamo di nuovo in mezzo agli alberi.

Per molte miglia fino a Watkins Glen, lo scenario è caratte-

rizzato dalla dominante color legno. Ci stiamo rilassando.

Watkins Glen è a sud nella zona dei Finger Lakes, nel nord

dello stato di New York, e l’autodromo è giusto a ridosso del-

la piccola città. Sessant’anni orsono, gli appassionati locali di

competizioni, videro nascere il loro circuito, destinato ben

presto a diventare uno dei più apprezzati dai piloti america-

ni. Dal 1961 al 1980 ospitò il G.P. di Formula Uno di USA-Est,

mentre USA-Ovest si disputava a Long Beach in California.

La 6 Ore del Glen, alla quale abbiamo assistito, non è andata

male per i colori Chevy. Nella Grand-Am Chevrolet fornisce

i motori e dà il nome ai prototipi che li utilizzano, mentre la

Camaro corre nella classe GT. La “cugina” Corvette è prota-

gonista nella ALMS, ugualmente nella categoria GT, e disputa

la 24 Ore di Le Mans. La mattina dopo la gara abbiamo lascia-

to il nostro hotel a Bath (sempre in USA, non in Inghilterra …)

e siamo andati a vedere le cascate del Niagara, seguendo

un tratto di strada piacevole. Il traffico è incominciato giusto

nei pressi di Buffalo, città industriale che fa da anticamera al

Canada. Scegliamo il versante canadese, dal momento che

la vista sulle cascate è migliore. Evitate di venirci la dome-

nica, quando migliaia di turisti riempiono la zona e i relativi

parcheggi. Per accorciare la strada di ritorno a Detroit, deci-

diamo di tagliare l’Ontario, piuttosto che costeggiare il lago

Erie. Tuttavia le 250 miglia da Niagara a Windsor non sono

molto eccitanti e anche una sosta a Londra (London) non

aggiunge pathos al viaggio. Nonostante tutti questi richiami

all’Inghilterra, è difficilissimo trovare una cartolina di London

da poter spedire a casa. Venendo da Windsor, si ha comun-

que la possibilità di notare all’orizzonte l’approssimarsi dei

grattacieli di Detroit, a cominciare dal Renaissance Center,

che ospita la sede della General Motors. Abbiamo preso il