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KERB 2.12
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BMW
Motorrad par-
teciperà con un
unico team uffi-
ciale al Campionato Mondiale Superbike
2013, e BMW Motorrad Italia è stata scelta
quale responsabile della squadra, del test
team, e della preparazione di telaio e ci-
clistica. BMW Motorrad AG seguirà lo svi-
luppo del motore e dell’elettronica. I piloti
saranno Marco Melandri e Chaz Davies.
Andrea Buzzoni, Direttore di BMW Motor-
rad Italia, ha dichiarato: “BMW Motorrad
ha deciso di riorganizzare la sua attività nel
Mondiale Superbike. I successi di questa
stagione dimostrano che il lavoro svolto
ha dato i suoi frutti e che la BMW S1000RR
può vincere il titolo iridato”. Quest’anno a
Donington con Melandri è stata ottenuta
la prima vittoria dal 2009, e da lì in poi il
ravennate si è ripetuto più volte.
re due categorie diverse). Un buon inizio,
ma rimaneva ancora molto da fare in pre-
parazione della 24 Ore del Montjuich, di
lì a tre settimane. Infatti la moto affidata
all’equipaggio composto da Cardus, dal
futuro bi-Campione del Mondo della 250
GP Sito Pons e dal vincitore uscente della
24 Horas, Quique de Juan, soffrì di conti-
nui problemi alla centralina e fu costretta
al ritiro. La seconda moto, con Moriana
stesso, Luis Ricart e Javier Marques, ebbe
meno fastidi e si stabilizzò a metà classifi-
ca, prima di dover abbandonare per una
caduta di quest’ultimo. Due settimane
dopo, due ingegneri di BMW Motorrad si
presentarono da Antonio Cobas con due
valigette piene di componenti elettronici.
I tecnici trovarono il rimedio e il motore
passò a erogare 122 CV, dai 90 di serie
e i 108 ricavati da Girò. Quanto bastava
per dominare il Campionato Spagnolo
Superbike 1984, con Cardus vincitore del-
le sei restanti prove in calendario e del
titolo nazionale. Fu a questo punto che il
team mi invitò per un test esclusivo sullo
stretto e tortuoso circuito di Calafat, a sud
di Barcellona. Il mio articolo contribuì a
creare interesse intorno alla moto, fu così
che BMW decise di commissionare a Bi-
mota lo studio per una versione stradale
in serie limitata, ma purtroppo non se ne
fece nulla. Il successo della squadra nel-
la Superbike, faceva ben sperare per la
vittoria nella 24 Ore del Montjuich 1985,
ma anche in questo caso qualcosa andò
storto. Cardus e Pons furono affiancati da
Luis Miguel Reyes e si qualificarono tra i
primi cinque, ma - incredibilmente - subi-
to al primo giro la moto transitò ultima in
45a posizione, a causa dei soliti problemi
elettronici riapparsi all’improvviso. Que-
sta volta i meccanici li risolsero in breve
tempo e la JJ Cobas-BMW rimontò fino al
7° posto dopo 6 ore di gara, fino a quan-
do Pons cadde e ci volle mezz’ora per
riparare i danni ai box. Cardus salì per
il suo turno, ma esagerò e dopo soli tre
giri cadde anche lui, danneggiando irri-
mediabilmente il mezzo. Fine della storia.
Infatti in quel momento la JJ-Cobas stava
diventando vincente nelle classi 250 e 125
GP, quindi la BMW endurance fu accan-
tonata. La squadra vinse il Campionato
Mondiale 125 nell’89 con un ragazzino
di nome Alex Criville e il motore Rotax
monocilindrico. Le repliche della 125GP
ebbero un grande successo tra i piloti
privati. Grazie a Jacinto Moriana, proprie-
tario della JJ Automoviles, che aveva vi-
sto giusto, e nel frattempo aveva deciso
di incorporare la Kobas, creando nel 1983
la JJ Cobas, divenuta un’azienda a tutti
gli effetti. Con la sua morte prematura, le
due moto finirono a far parte di una delle
più belle raccolte di veicoli al mondo, la
Collezione Folch, mentre Antonio Cobas
iniziò a collaborare con Sito Pons. Fu pro-
prio Joaquin Folch a chiedermi di guidare
la JJ Cobas-BMW al Goodwood Festival
of Speed e poi in pista a Mallory Park,
circuito più adatto di Calafat alla prova.
Anche se in verità ricordo che il primo
test fu proprio una rivelazione: non avevo
mai provato una moto da corsa con una
dolcezza, una progressività di erogazio-
ne e una risposta del gas così: da quel
momento divenni un fan dell’iniezione
elettronica, ma fu solo con la Ducati De-
smoquattro – ovvero due anni dopo, nel
1986 - che questa diventò di uso comune
nel racing. La JJ Cobas-BMW vanta quindi
il primato di essere stata la prima moto
racing a usare l’iniezione al posto dei car-
buratori, ed è stato un peccato che l’idea
della piccola serie non abbia avuto se-
guito. La morte - anch’essa improvvisa -
di Stefan Pachernegg, dirigente BMW che
aveva sostenuto il progetto a Monaco,
pose definitivamente termine all’avven-
tura ispano-tedesca. Onore dunque alla
capostipite delle moto da corsa dell’era
moderna: made in Spain, with help from
Germany.