V I VE LA F RANC E
U
na Citroën 2CV, un adesivo del circui-
to Paul Ricard, un poster di qualche
esposizione motociclistica a Marsiglia.
La Peugeot 500 GP del ’22, la sua tuta
blu, il basco alla francese sostituito poi da un
berrettino militare, il garage ereditato dal padre.
Mancano solo una baguette, un croissant, le Gau-
loises. La lavanda ce la mettiamo noi, colorando
lo sfondo di questo articolo. In questo ritratto c’è
tutta l’immagine stereotipata della Francia, c’è
tutta la vita di Jean Nougier. Tra il 1937 e il 1972 ha
costruito artigianalmente nel suo garage di Saint
Andiol, in Provenza, poco lontano da Avignone,
18 moto da corsa: dalla 50 cc monocilindrica al
suo capolavoro, la 500 cc 4 cilindri del ’53, che
vinsero molte gare. Bolidi che scrissero diversi
capitoli della storia del motociclismo d’oltralpe,
affidate tra gli altri al fratello Henry o all’amico
Jacky Onda Sr., Una storia che ricorda per certi
versi quelle di Claude Fior (inclusa la MIG di Jean
Louis Guignabodet), della Pernod, di Erick Offen-
stadt, di Alain Chevallier, della 6 cilindri di Guy
Coulon, e infine della più nota Elf. Storie per gli
impallinati delle corse e delle moto, che pochi
conoscono. Per gli addetti ai lavori, Jean era “il
mago (le sorcier) di St.Andiol”. Suo fratello Henri
era il pilota, da papà Robert avevano ereditato
un garage Citroën. Oggi in Route Nationale 7,
c’è il Garage Halleur e la collezione di moto è
stata donata al Museo di Marsiglia (http://www.
marseille.fr/vdm/cms/accueil/culture/musees/musee_de_la_moto). Peccato, si poteva conser-
vare tutto lì, nel luogo originale trasformandolo
in museo, ma chi eredita spesso non ha la stessa
sensibilità e cultura di chi ci lascia. Jean Nougier
è morto a 90 anni nel 1999, suo fratello Henry nel
2002. Jean imparò tutto da solo, usando le ore se-
rali dopo il lavoro in concessionaria e i week-end,
per costruire le sue moto, … per la gioia della
moglie. La popolarità dei fratelli Nougier difficil-
mente ha varcato i confini, rimanendo nella “dou-
ce France”. La Francia ha prodotto numerosi piloti
di vertici, diversi campioni del mondo, ma l’unica
marca che ha lasciato il segno all’inizio dell’epo-
pea delle corse in moto è Peugeot. Un marchio
poliedrico, che nella sua storia ha prodotto di tut-
to. Spronata da Napoleone che necessitava di di-
LA STORIA DI UN VISIONARIO E DI UNA MOTO VINCENTE A SAINT-ANDIOL IN PROVENZA
JEAN NOUGIER E LA PEUGEOT 500 GRAND PRIX DEL 1922
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vise per l’esercito, la famiglia Peugeot iniziò con
il cotone, per passare all’acciaio in un mulino tra-
sformato in fonderia, per produrre dalle stecche
per ombrelli a quelle per i corsetti da donna, dal-
le lame alle molle. Dai celebri porta sale e pepe,
alle biciclette. Dalle moto alle vetture, ottenendo
traguardi eccezionali anche nello sport, come la
doppia vittoria nella 500 Miglia di Indianapolis
nel 1912 e 1916. Nel 2010 ha celebrato i 200 anni
di fondazione, altro record invidiato da qualsiasi
produttore per l’azienda più longeva nella storia
di motocicli e automobili. Innovando, vedendo
sempre un passo avanti e creando la moderna
concezione di veicolo di massa. Se chiedete ad
un amico appassionato di motori chi e quando ha
inventato il primo motore bicilindrico con doppio
albero a camme in testa (DOHC) a otto valvole,
difficilmente vi darà la risposta giusta, perché
penserà al paese sbagliato. Niente Italia, Inghil-
terra, Germania, men che meno Giappone. Siamo
in Francia, nel 1913, sulla Peugeot 500 cc Grand
Prix progettata dall’ingegnere svizzero Ernest
Henry. Un motore molto delicato ma molto per-
formante e all’avanguardia. E’ stata sempre Peu-
geot a piazzare il motore nel punto più basso al
centro del telaio e ancor oggi si fa così. L’idea di
costruire moto venne ad Eugène Peugeot, quan-
do il cugino Armand lasciò gli spazi di Beaulieu
per Audincourt. La prima moto utilizzava un moto-
re De Dion Bouton montato perpendicolare sulla
ruota posteriore, presentata nel 1898 all’Esibizio-
ne di Parigi, ma senza esser messa in produzione.
Oggi sembra quasi sorprendente, guardando
nello specchio magico della storia delle corse
oltre un secolo fa, scoprire che da appassionati
dobbiamo gridare Vive la France! Dal 1906 iniziò
a produrre motori bicilindrici di grande cubatura,
726 e 994 cc di derivazione automobilistica, po-
tenti e affidabili che vennero richiesti anche da
altri costruttori. Per esempio Rem Fowler vinse
il TT nel 1907 con una Norton a motore Peugeot.
Oppure le NLG che nel 1908 finirono 1° e 2° nella
di A. Cathcart /A. Cittadini – Foto Kyoichi Nakamura