gara inaugurale di Brooklands. Forte del succes-
so commerciale delle moto e delle importanti
vittorie con le quattro ruote (vedasi Indianapolis)
Peugeot decise di lanciarsi anche nelle gare mo-
tociclistiche, utilizzando anche soluzioni di deriva-
zione aeronautica, anch’essa in grande fermento.
Il lavoro di sviluppo sulla Peugeot 500 cc Grand
Prix del 1913 progetta da Henry s’interruppe con
la guerra, ma nel 1919 la Casa francese sviluppò
un’altra soluzione altrettanto sofisticata e avanza-
ta. Henry era passato alla marca automobilistica
Ballot, quindi la nuova moto fu disegnata dall’in-
gegner franco-rumeno Jean Antoinescu, con sole
due valvole per cilindro al posot di quattro e un
solo albero a camme. Furono costruite quattro
moto con motori 500 e 750 cc, ma solo questa che
vedete nelle foto è sopravvissuta. E’ appartenu-
ta per tanti anni ad un genio del motociclismo,
che disegnò e costruì un’altra opera d’arte, pie-
tra miliare del motociclismo francese, nel perio-
do che va dal ritiro di Peugeot al debutto della
81
KERB 2.14
rivoluzionaria Elf di Andre De Cortanze. Parlo di
quel visionario provenzale che risponde al nome
di Jean Nougier. Ex-pilota, Nougier salì alla ri-
balta per aver realizzato assieme al fratello nel
1954, una bellissima 500 GP 4 cilindri in linea che
fu quasi “adottata” dalla Norton per affrontare le
straordinarie Gilera e MV Augusta, ma questa è
un’altra storia che magari racconteremo un’altra
volta. I destini di Nougier e della Peugeot 500 del
’22 s’incrociarono. La trovò in pessime condizioni
50 anni fa e la restaurò completamente prima di
abbandonare i circuiti terreni per quelli celesti nel
1999, alla veneranda età di 90 anni. Questa moto,
nera con fregi e decalcomanie dorate, debuttò
nel 1922 al Bois de Boulogne, a Parigi, facendo
registrare 138,206 km/h sul km lanciato. L’anno
seguente tre piloti Peugeot disputarono i GP
europei arrivando a 160 km/h. Un limite incredi-
bile, che le monocilindriche inglesi e le Guzzi a
4 valvole non riuscivano a raggiungere. Il team
Peugeot di Gillard, Richard e Paul Péan (nella foto
d’epoca in alto a destra) dominò vincendo i GP
di Francia, Svizzera, Spagna e Italia, inaugurando
il nuovo Autodromo di Monza, dove sui lunghi
rettilinei mostravano la loro superiorità. Vinsero
anche sul tortuoso tracciato stradale di Lione. Un
bicilindrico è sempre meglio di un mono anche
nelle curve strette, e le Peugeot erano moto per
ogni tracciato. Nel 1924 Peugeot stabilì diversi re-
cord, tra cui quello con la 750 cc e 168 km/h sul
km lanciato. Péan e Gillard fecero un’escursione
anche al TT sull’Isola di Man, ma lì per vincere era
fondamentale affidarsi a piloti locali che conosce-
vano a menadito il percorso. Ci misero dieci anni
le case britanniche per emulare i rivali francesi,
utilizzando però al posto di motori bicilindrici
paralleli, quelli con architettura a V. L’esemplare
di Jean Nougier conservava gli stessi dati tecnici
delle moto antecedenti la prima Grande Guer-
ra con motori DOHC: 495 cc, da 62x82 mm, 27
CV a 5000 giri/minuto. Histoire moto: un genio,
una perla nera e immensi campi color lavanda…