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I

l mondo dei motori ha perso un pro-

tagonista. Un vero appassionato, un

puro, un duro. Duro e puro era infatti

Karl-Heinz Kalbfell. Duro quando biso-

gnava lottare per perseguire i propri

obiettivi. Puro perché non aveva se-

condi fini. Andava conosciuto, andava

capito. Certo a volte era burbero, a

volte collerico, ma mai gratuitamen-

te, mai con chi scrive. Siamo rimasti in

contatto e quando ho avuto bisogno di

una sua expertise, non si è fatto prega-

re. Era un uomo che potevi guardare

dritto negli occhi azzurri, da bambino

buono. Era un vero appassionato di

motori, fin da ragazzo, fin da quando

tirava di boxe, ma pensava già alle

quattro ruote. Dopo essersi laureato

in economia aziendale con specializza-

zione nel marketing a Stoccarda, iniziò

a lavorare per un’azienda di camper, la

Hymer. Poi nel ’77 cercò di entrare in

quella che all’epoca era la casa tede-

sca più nota, ma fu trattato male. Allora

non si perse d’animo e si fece assume-

re dall’acerrima rivale, con sede a Mo-

naco di Baviera, dove è rimasto quasi

trent’anni, 27 per l’esattezza. Una volta

affermatosi, giurò che mai e poi mai sa-

rebbe andato a lavorare per quel mar-

chio che non lo aveva voluto. In BMW

è stato per molti anni il numero 1 del

Motorsport, ma anche il manager che

ha creato la serie M, con la best seller

M3. Fu l’uomo dell’ingresso BMW in F.1

e del titolo mondiale con la Brabham

e Piquet, per poi fornire la Williams.

Fu lui a dare il benestare al progetto

McLaren F1 Gt con motore BMW V12

che dominò nell’Endurance negli anni

P

er tanti anni Marco De Martino è

stato “la penna” de Il Messaggero

di Roma, sui nastri d’asfalto del-

la F.1. Poi di recente, ribaltoni interni

lo avevano portato sui verdi campi di

calcio, anche se il suo habitat naturale

era il verde di Wimbledon, dove ave-

va giocato come tennista professioni-

sta di buon livello. Può, uno sportivo,

morire d’infarto mentre fa jogging con

’90 vincendo a Le Mans nel ‘95. Nel

’97 entrò nel Board, divenne Vice Pre-

sidente Marketing dell’intero gruppo,

sviluppando anche il settore Motorrad,

e trovò il tempo per diventare capo

del progetto Rolls-Royce, acquistata

da BMW, realizzando la nuova fabbrica

di Goodwood e divenendone Presi-

dente. Nel 2002 volle fortissimamente

il progetto Mini. Poi accettò la corte di

Alfa Romeo e di Maserati, come Am-

ministratore Delegato. Aveva voglia di

esperienze nuove. Era l’uomo giusto

al posto giusto, ma aveva un carattere

e un’esperienza nel mondo dell’auto

troppo importanti per dover sottosta-

re ad altri. Così nel 2006 gli eventi gli

fecero lasciare il Tridente, ma non Mo-

dena, dove restò per un po’ a vivere.

Iniziò a collaborare con diversi marchi

automotive. La passione per le moto

storiche, ce lo ha portato via a 63 anni

a Brands Hatch lo scorso 17 agosto.

Prese la licenza nel ’98 per partecipare

alla parata di Goodwood e da lì inizio

a correre, diventando assiduo frequen-

tatore del “club” di Lord March, ma

non solo. Aveva una pregevole colle-

zione di moto storiche e un esemplare

lo mise perfino nel suo ufficio in Ma-

serati. Correva anche con BMW stori-

che ma preferiva le sue amate moto

inglesi, ed è con la Matchless G50 del

’61 che è arrivato largo toccando il

cordolo - “hitting the kerb” – all’uscita

del tornante Druids, per cadere nella

discesa verso la curva Graham Hill, ed

essere travolto da chi gli stava dietro.

Destino crudele, anche se qualcuno

dice che è morto facendo quello che

la sua compagna, a Roma, a 57 anni?

Ebbene, oggi capita spesso a chi cor-

re o va in bici, e chissà perché, capita

più sovente proprio a chi è allenato.

Da vent’anni seguiva la Formula 1 e la

cosa lo appassionava molto, specie lo

scoprire i vari retroscena e l’occuparsi,

ovviamente, della Ferrari. Arguto, iro-

nico, affidabile, non ce lo aspettava-

mo questo ritiro a metà gran premio …

07

KERB 4.13

K.H. KALBFELL: ADDIO GIGANTE BUONO

DAL COURT DI WIMBLEDON ALLA F.1

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più gli piaceva. Nella foto, lo vediamo

sorridente durante il Festival of Speed,

sulla Laverda 750 SFC dello “Scalfaro

Watches - Racing Team”, fondato con

i fratelli Kuhnle, titolari dell’omonima

maison d’orologeria svizzero-tedesca,

che Kalbfell aveva introdotto nel mi-

lieu dei collezionisti di auto e moto

d’epoca. Non sono tanti gli Ammini-

stratori Delegati che si cimentano in

pista, tantomeno in moto. Ricordo che

quanto partecipammo alla 24 Ore del

Nürburgring con la Maserati nel 2006,

il suo più grande rammarico era quel-

lo di non potersi mettere al volante…

©Scalfaro Watch Co./Goodwood 07.2010

©Il Messaggero