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Round, una bella e originale iniziativa benefi-

ca di Fulvio Maria Ballabio con l’associazione

Help Them Onlus in favore dell’Ospedale di

Belgrado. Su questo numero trovate in co-

pertina il ritorno al Nürburgring della Porsche

Martini, che debutterà a Le Mans nel 2014, e

una carrellata “total white”, partendo proprio

dalla 918 Spyder; a seguire Giulietta, 308CC e

March-Alfa Romeo F.Indy, tutte rigorosamente

bianche. Altre chicche: le interviste a Jan Lam-

mers e John Gentry. Leggendo gli articoli tro-

verete un fil-rouge che parte in Olanda e lega

le gesta e i destini di tanti personaggi. Cosa

comune nel mondo dei motori. Più difficile ri-

uscire a raccontare il tutto nel modo migliore.

Abbiamo un certo numero di lettrici che ama-

no le nostre storie, e non possiamo deluderle.

Tino Brambilla, mia cadde provando la moto del

fratello Vittorio, una Paton, pochi giorni prima. Non

si riprese perfettamente per il GP d’Italia, anche se

provò a percorrere alcuni giri nelle prove libere.

La gara e il Mondiale furono vinti da Jackie Stewart

su Matra-Ford, davanti a Jochen Rindt (Lotus-Ford)

e Jean-Pierre Beltoise (Matra-Ford). Si trattava del

primo titolo per una scuderia francese, per giunta

al secondo anno di formula uno.

05

UN TUFFO AL CUORE: TORNA LA PORSCHE MARTINI

PROVE TECNICHE DI EDITORIALE

E

ra venerdi sera, ore 21,30 circa, vigilia delle

prove cronometrate del GP d’Italia di F.1 1969.

Un anno particolare che vide l’assenza della

Ferrari dai vertici e poche vetture iscritte al Mon-

diale. Mi trovavo nel paddock per vedere le mo-

noposto smontate, proprio dietro ai box del circu-

ito di Monza, e mi avvicinai a quello della Ferrari.

Pensate, mi trovavo accanto ai meccanici e ricordo

che il capomeccanico Ermanno Cuoghi mi chiese

se gli tenevo la lampada portatile, per vedere me-

glio alcuni particolari. Che emozione stare lì, men-

tre discutevano della messa a punto per le prove

del giorno successivo. Figuratevi com’è cambiato

il mondo e immaginate oggi di potervi permette-

re - da semplici passionati - di stare nei box senza

essere cacciati in malo modo. Impossibile, vietato

avvicinarsi senza pass o permessi speciali. In quel

momento arrivò Mauro Forghieri e pensai di esse-

re stato baciato dalla fortuna per il fatto di avere

vicino l’ingegnere più famoso della F.1. Ebbene,

mi domandò quale fosse l’uscita aperta a quell’o-

ra, dato che si erano già fatte le 22,30. Io gli dissi

S

u questo numero di KERB MOTORI che ha

chiuso il 2012 e apre il 2013, dedichiamo un

ampio speciale al 90° Anniversario del cir-

cuito di Monza. Un impianto dove sono state

vissute pagine leggendarie della storia delle

corse. Un autodromo il cui mito si perpetua

al pari di pochi tracciati altrettanto epici. Con

un’unica ma fondamentale differenza: la pista

monzese ha smesso da un pezzo di recitare un

ruolo da protagonista in ambito internaziona-

le. Monza deve riscoprire le proprie radici e

riorganizzarsi radicalmente. Deve sfruttare il

suo valore commerciale attirando capitali stra-

nieri. Questo non si fa con iniziative locali di

piccolo cabotaggio, ma con forze nuove. Per

troppi anni si è vissuto di rendita solo sul G.P.

di F.1. Si ha in mano una supercar e si viaggia

a 30 km orari. Di errori ne sono stati fatti tanti.

Anche clamorosi, anche architettonici: demoli-

re le torri sulla linea del traguardo è stato uno

sfregio alla storia, un gesto piccolo piccolo.

Romolo Tavoni tutto questo lo sa, lo ha visto

con i suoi occhi, e spera che possa ancora

cambiare, come in parte ci racconta a pagina 7.

Si prendano ad esempio Le Mans o Indianapo-

lis: basterebbe solo copiare per fare un primo

salto di qualità. Partendo proprio da Monza,

KERB MOTORI ha partecipato all’Eco Charity

DEDICATO AL 90° DI MONZA, MA ANCHE ALL’OLANDA E A PERSONAGGI UNICI: DA JAN LAMMERS A JOHN GENTRY

Q U E L P A S S A G G I O A L L ’ I N G E G N E R F O R G H I E R I A MO N Z A N E L ’ 6 9

T ERZA PAG I NA

che era quella di Vedano al Lambro e mi permisi

di chiedergli se voleva essere accompagnato. In-

credibilmente lui accettò e con la mia Mini Minor

salimmo fino alla piazzetta di Vedano, dove lo at-

tendevano già alcuni amici per rientrare insieme in

albergo; credo si trattasse dell’Hotel Fossati. Quei

pochi minuti di tragitto dal paddock a Vedano, fu-

rono per me interminabili; il cuore mi batteva forte

e mi ricordo che quando misi la prima per partire,

feci una grattata che ancora oggi mi fa arrossire al

solo pensiero. Forghieri mi chiese da dove venivo

e che lavoro facevo. Io gli risposi, ma non ebbi il

coraggio di aggiungere neanche una parola di più.

Aggiunsi solo “Buona fortuna ingegnere”!  Sono

passati circa quarant’anni da allora, ma questo e

uno dei momenti piu belli che io abbia vissuto in

autodromo a Monza. Dovete sapere che quando

varco i cancelli del circuito sento sempre una forte

emozione, e tanti ricordi mi affiorano alla mente.

Spero di poterveli raccontare ancora nei prossimi

numeri.Per la cronaca la Ferrari di Pedro Rodriguez

concluse al 6° posto. Avrebbe dovuto guidarla

KERB 1.13

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