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Non dimenticate la GranTurismo, ancora viva e splendente, ma giunta

quasi all’abbrivio in porto. L’erede avrà l’arduo compito di esserne

all’altezza. Solo un consiglio, a chi vara gli scenari di marketing prodot-

to: non lasci buchi di gamma che poi rischiano di indirizzare il cliente

verso altri modelli. Parallelamente all’Alfieri, che è una 2+2 più corta, do-

vrà arrivare anche la nuova GranTurismo a quattro posti reali, altrimenti

please, tenete in vita l’attuale, con una serie finale da mille e un notte,

ma non lasciate un vuoto, vezzo tipicamente italiano. Dicevamo del 1963,

quando per la prima volta i tecnici modenesi capirono che per portare

denari in cassa si sarebbero dovuti cimentare con una berlina: ebbene,

da una Casa col DNA corsaiolo non ci si poteva aspettare una “diligen-

za” a quattro ruote. Se berlina doveva essere, sarebbe stata la più velo-

ce al mondo. Il nome era bell’e pronto: Quattroporte, nella sua estrema

e all’epoca quasi ovvia semplicità, per una tre volumi (dato che non si

usavano portelloni). Che dire di più, se non che oggi il segmento delle

“Luxury Sport Sedan” è uno dei più importanti, prestigiosi e combattuti,

anche se la parte del leone la fa il segmento E, ovvero auto con prezzi

dai 60.000 agli 80.000 Euro. Tutti i più grandi produttori tedeschi si sono

buttati nella mischia delle berline sportive di lusso, spezzettando ulte-

riormente il segmento, con modelli e allestimenti speciali a profusione.

Lei, la Quattroporte, rimane l’originale, giunta alla sua sesta generazio-

ne. Dopo la II serie del 1976 in una dozzina di pezzi che il disimpegno di

Citroën non consentì di continuare a produrre, arrivò la III serie del ’79;

quella del Presidente Pertini, di Carlo e Diana in visita in Italia, di Luciano

Pavarotti, dell’allestimento Royale. Nel ’94 il IV capitolo per mano di

Gandini, con l’obiettivo di tenere in vita il Marchio e finalmente la Quat-

troporte del rilancio nel 2003, lunga 5 metri, con il Presidente Ciampi

primo testimonial. Nel 2012 a Detroit è stata lanciata l’attuale, ancora più

lunga e larga (5,3 metri e circa 2 metri). Voglia di limousine, in configu-

razione 4 o 5 posti, soprattutto nei due mercati principali, ovvero USA e

Cina , anche per marcare il proprio territorio rispetto alla Ghibli, evitan-

do inutili sovrapposizioni. Grazie all’aumento dei volumi indotto dalla

Ghibli e alle economie di scala che consentono di ripagarsi gli investi-

menti, ecco che la Quattroporte può dotarsi anche di un motore diesel.

Una carta in più da spendere soprattutto in Europa, in un momento in cui

la grandeur è fuori moda per i noti marosi economici che lambiscono

le nostre latitudini. Quale intinerario ipotizzare per provare un’ammira-

glia di questo lignaggio? Se ne può ipotizzare solo uno, lo scenario

della Riviera. Quello della Costa Azzurra dello scioglilingua MonacoNiz-

zaAntibesCannes, toccando anche Villefranche-sur-Mer, Carros, St. Paul

de Vence, Valbonne, Mougins, Cagnes-sur Mer, etceterà. Sole, mare,

paesaggi fotogenici, strade ampie, scorrevoli e panoramiche di ogni

tipologia. Autostrade, tornanti, tratti anche innevati di montagna, se si

è in stagione e si deve provare una trazione integrale. Noi abbiamo

Sui bastioni lungo le mura, passando dietro al

Castello Grimaldi e alla cattedrale. Vista mozzafiato

sul Cap d’Antibes, con il faro della Garoupe a

dominare incontrastato. Quando la strada piega

a destra, prima di lasciare la Vieille Antibes,

c’è la casa dei due leoni di guardia alla porta

d’ingresso. Quella casa in pietra con le persiane

azzurre, affacciata sul mare che sfuma nell’orizzonte.

Da Antibes a Saint-Paul de Vence.

Da Picasso e Nicolas de Staël, a Jean Claude Tron.

Dal più grande porto di yacht del Mediterraneo,

al pittoresco villaggio dei mille pittori.

Arte di tutti i tipi, idee originali, prezzi “a niveau”.

Tron s’installa in Provenza dall’età di 13 anni e da

allora la sua pittura ha fatto il giro del mondo.

La Provenza è la sua musa ispiratrice.

Il suo è un realismo armonico, colorato, luminoso,

fatto di grandi pennellate decise. Un po’ di

espressionismo, un po’ di fauvismo, per

rappresentare una terra piena di contrasti.

Dal mare alla montagna, dall’azzurro del mare e

del cielo, al giallo del sole e dei campi, la terra

rossa, la lavanda. Tron rende sulla tela questi

contrasti, con una creatività senza pari

(http://www.art-tron.com/

).

”Antibes e il suo

Museo Picasso,

nel Castello Grimaldi:

intrecci storici

con Montecarlo …”