tris d’assi
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Q
uel week-end a Imola vent’anni fa fu
davvero maledetto. Il dio dei motori
aveva deciso che avrebbe riscosso il
suo tributo di sangue, immolando un
pilota sull’altare della passione. In real-
tà la nera signora non si accontentò e chiese un tributo
maggiore, inaudito. Cercava la carneficina, Moloch sen-
za pietas. Durante quel fine settimana del 1994 successe
di tutto e morirono due uomini: un grandissimo campio-
ne plurititolato, Ayrton Senna da Silva, e un pilota al de-
butto in F.1, Roland Ratzenberger. Con trascorsi anche a
Le Mans e in F.3000 giapponese. Il clamore legato alla
triste parabola del campionissimo, in preda a una crisi
interiore e di risultati, fece passare in secondo piano la
scomparsa del driver austriaco; che vive sempre nel-
la memoria di tanti tifosi, ma soprattutto nei cuori dei
genitori Margit e Rudolf. Il padre ancor oggi attraverso
i cimeli del figlio, alimenta il suo ricordo. Nella bellissi-
ma foto del collega Dennis van Loenhout, Rudolf ha in
mano il suo casco, proprio quello che Roland aveva in
testa al momento dell’ascesa al cielo. E’ fotografato dal
lato destro, quello non danneggiato, e dalla terrazza
dell’Hotel Stein dove lui e Margit diedero il ricevimento
di nozze, si ammira lo Schloss. “Guarda Roland, la tua
Salisburgo. Lo vedi il castello?”, sembra dire Rudolf. Tra
i coniugi Ratzenberger e Don Sergio Mantovani, cap-
pellano dei piloti, è nata una bella amicizia. Si scrivono
sovente e lo scorso maggio si sono rivisti a Imola per la
ricorrenza. Li vediamo sotto, dopo la Messa a suffragio.
Ha 87 anni Don Sergio, ha conosciuto tutti i più gran-
di fenomeni e ne ha visti tanti accomiatarsi anzitempo
dalla scena. Quel fine settimana di primavera, a caval-
lo tra la fine di aprile e l’inizio di maggio, non portò
bouquet di fiori, ma corone funebri. Il venerdì in prova
Barrichello si salvò per miracolo, quando la sua Jordan
s’impennò decollando sul cordolo contro le reti, cap-
pottando. Il brasiliano perse conoscenza, si fece male,
ma si salvò. Non era però un bel presagio. L’indoma-
ni la Simtek di Ratzenberger uscì di pista tirando drit-
to a oltre 300 km/h e la decelerazione risultò fatale. Il
dramma si stava consumando, sempre più atroce che
mai. Era dalla morte di De Angelis nel 1986, che nessun
asso era più perito in F.1. Una cappa plumbea scese su
Imola e la domenica la gara iniziò subito male, con la
Lotus di Lamy centrare la Benetton di Letho, ferma sulla
griglia di partenza. I detriti finirono in tribuna ferendo
alcuni spettatori. Poi ci fu lo straziante dramma di Senna
con la Williams, ma non era ancora finita. A pochi giri
dal termine, dopo un pit-stop, la Minardi di Alboreto
perse una ruota, che andò a ferire diversi meccanici.
Diabolico scoprire tutti che gli incidenti avvennero per
guasti meccanici e non per errori al volante.
(a.citt.)
Tris d’Assi di questo numero è particolare. Non pubblica contributi di scrittori e giornalisti amici di Kerb Motori. Vuole ricordare Ro-
land Ratzenberger, a vent’anni dalla scomparsa, e Andrea De Cesaris. Rendiamo merito anche al premio ricevuto dal nostro Ed Heuvink.
ROLAND VIVE NEL CUORE DI RUDOLF
Foto Andy Blackmore Design, Sutton Images, Dennis van Loenhout
-http://www.devl.nl,Rudolf Ratzenberger,
formulapassion.it/ayrton-senna-tribute/AntonioAzzano