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KERB 3.14

E

d Heuvink è un giornalista olande-

se, collaboratore di Kerb Motori

con una vasta esperienza nelle pub-

bliche relazioni nel mondo dell’au-

tomobile. Ha lavorato anche negli

USA seguendo campionati come la Nascar e

la 24 Ore di Daytona, o eventi come il con-

corso di eleganza di Amelia Island. La sua

grande passione però è la storia delle corse

e ha all’attivo quattro libri. Il primo scritto nel

luglio 2007, con Rob Wiedenhoff, dedicato al

Racing Team Holland (edito da Stichting Ra-

cing Team Holland). Racconta l’attività agoni-

stica dell’omonimo team che per anni ha pro-

mosso i giovani talenti olandesi. Nell’ottobre

2002 è uscito il volume pubblicato da Chro-

nosports, dedicato alla Scuderia Filippinetti,

squadra privata svizzera protagonista negli

anni ‘60 e ’70, che disputò numerosi campio-

nati con vetture Ferrari. Aneddoti e immagi-

ni evocative fanno rivivere al lettore gli anni

d’oro delle corse in macchina. Il terzo libro

presentato nell’ottobre 2010, edito da Rein-

hard Klein, è ambientato sempre in Svizzera

e narra la storia dell’indimenticato Jo Siffert;

il ragazzo di Friburgo prima pilota di moto,

S

trano il destino. Andrea De Cesaris

nel corso dei suoi 15 anni in F.1 ha

avuto diversi incidenti, e non si è fatto

nulla. Sembrava un guerriero invinci-

bile. Invece se n’è andato in sella a

una moto, sul raccordo anulare di Roma. C’è

un ricordo comune, la partita con la Nazionale

Piloti a Modena per Gigi Villoresi. Iscritto a 214

gare, è salito 5 volte sul podio e ha sfiorato il

successo; se lo sarebbe meritato. Suo padre

lavorava nel settore del tabacco e Andrea fu

preso sotto l’ala protettrice da Aleardo Buzzi,

grande capo della Marlboro, che gli aprì le por-

te della formula uno. Dopo aver vinto nei kart in

Italia e in Europa, a 18 anni andò in Inghilterra,

in F.Ford e nel British F.3. Duellando con Chico

Serra per la vittoria finale nel 1979, mettendo-

si dietro Mike Thackwell, Stefan Johansson e

anche Nigel Mansell. Serra correva per il team

Project 4 di Ron Dennis, e l’anno successivo in

F.2 gli venne affiancato proprio il pilota romano.

In quello stesso 1980 De Cesaris debuttò in F.1

con l’Alfa Romeo, sostituendo Vittorio Brambil-

HEUVINK E LA TARGA FLORIO

ANDREA DE CESARIS, GLADIATORE INDOMABILE

poi vittorioso in F.1 e nel Mondiale Sport. Ha

vinto due GP, la Targa Florio, le due classiche

di Daytona e Sebring nello stesso anno! Fino

al fatale incidente che lo ha sorpreso all’età

di 35 anni a Brands Hatch, per la rottura del-

la sospensione della sua BRM. L’ultima fatica

di Heuvink, presentata a fine 2013, riguarda il

suo vero amore, che lo ha portato a mania-

cali visite in Sicilia almeno una volta all’anno:

la Targa Florio. Edito sempre da Verlag Rein-

hard Klein GbR/McKlein Publishing, è corre-

dato dalle foto del leggendario Bernard Ca-

hier: molto più di un fotografo, un “mostro

scacro” dell’automobilismo. La prefazione è

di Nino Vaccarella. Per questo suo libro Ed ha

ricevuto il primo premio ADAC Motorwelt Au-

tobookprize 2014 nella categoria Motorsport.

Nella foto, l’editore Reinhard Klein, Thomas

Burkhadt (Vicepresidente ADAC, l’Automobil

Club tedesco), Ed Heuvink e il giornalista e

scrittore Juergen Lewandowski, presiden-

te della giuria. La gara siciliana occupa un

posto unico nella storia delle competizioni.

Sfrecciare con le velocissime vetture sport

sulle tortuose strade delle Madonie costi-

tuiva infatti un’avventura unica al mondo.

la che a sua volta rimpiazzava Patrick Depailler.

Firmò con Dennis e la Mclaren MP4 nell’81, ma

la stagione fu negativa, così ritornò all’Alfa per

un biennio, con pole-position a Long Beach e

prima fila a Detroit. Rischiò di vincere a Mona-

co, dove restò senza benzina e finì 3° in una

corsa rocambolesca, poi fu 4° a Brands Hatch.

L’anno dopo ottenne il giro più veloce a Spa

e arrivò 2° a Hockenheim e Kyalami. Passò in

Ligier per due stagioni: fu 4° a Monaco nell’85

ma concluse in anticipo la sua avventura con pa-

tron Guy a causa del cappottamento a Zeltweg.

Nel 1986 dovette ripiegare sulla Minardi-Motori

Moderni. Nell’87 salì sul podio a Spa, 3°, con

la Brabham; scelse la Rial disegnata da Gustav

Brunner nell’88 (4° a Detroit). 3° a Montreal 1989

con la Dallara-Scuderia Italia, dove restò nel ’90,

prima di salire sulla debuttante Jordan nel ’91,

con cui fu 4° a Montreal e Città del Messico.

Due annate con Tyrrell e un 4° posto a Suzuka,

fino all’ultimo atto nel 1994 con Jordan (4° a

Monaco) e Sauber. Poi si dedicò al motocross,

alla finanza, e al windsurf da professionista.

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Foto Studio Colombo