Previous Page  75 / 84 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 75 / 84 Next Page
Page Background

75

KERB 4.13

A lato, foto della carriera di

Peter Williams. La vittoria al TT

festeggiata con Dennis Poore;

il telaio monoscocca e i disegni

del progetto; ai box a Daytona;

ancora con Franck Perris davanti alla

moto dell’anno prima e a quella nuova.

Qui sotto, il modello replica messo

in produzione in soli 25 pezzi.

del titolo britannico fino alla fine, cedendo solo per una vit-

toria in meno. La nuova moto del ’74 fu più pesante, meno

aerodinamica e non fece segnare i tempi della precedente,

ma Williams aveva creato molte gelosie interne, e solo

dopo se ne rese conto. Vennero inventate scuse afferman-

do che con quel tipo di telaio era difficile lavorare sul pro-

pulsore nel paddock, ma non era vero. Peccato, perché con

il nuovo motore, avrebbe potuto ottenere ancora numerose

soddisfazioni. “Resta il fatto che il telaio monoscocca fu il

frutto di una mia intuizione; un progetto personale, che con-

cepii, sviluppai e portai in gara con successo per conto del

JPN Team. Sono molto orgoglioso di questo e nessuno po-

trà confutarlo, anche se resta il rammarico per quello che si

sarebbe potuto ancora fare”. E’ per questo che Williams,

ora imprenditore, ha varato l’idea delle repliche. Per rende-

re merito a questa moto forse troppo a lungo dimenticata.

Peter, figlio di Jack Williams che progettò la Matchless G50,

smise di correre nel ’74 a causa di un incidente ad Oulton

Park e in seguito lavorò in F.1 per la Cosworth. Non accettò

mai le offerte di Suzuki, Honda e Yamaha, per correre come

pilota o lavorarvi come ingegnere. Resto fedele a marchi

inglesi, tranne una fugace esperienza con la MZ 350 nel ’71

vincendo il GP dell’Ulster. Eterno rivale di Giacomo Agosti-

ni nel TT, è sempre stato pilota-ingegnere-uomo all’avan-

guardia, nell’usare cerchi in alluminio, freni a disco, casco

integrale… Solo due esemplari dei quattro costruiti della

JPN Norton, erano rimasti completi e marcianti. Uno in Ame-

rica e l’altro nel Museo di Birmingham. Le altre due erano

state trasformate in oggetti di arredo: il telaio usato da Wil-

liams per vincere il TT, trasformato in una lampada (!!!) re-

galatagli poi dal team (forse facevano prima a regalargli la

moto!). Quella di Dave Croxford, altro compagno di Wil-

liams nel ‘73, in un tavolo da salotto. Fortunatamente grazie

al lavoro della P&M di Richard Pickett (specialista, ironia

della sorte, in BSA/Triumph), entrambi questi telai si sono

potuti recuperare e le due moto mancanti restaurate com-

pletamente. Una appartiene a Mike Braid, mentre quella di

Williams al più grande collezionista di John Player Norton al

mondo (ma non solo, appassionato allo stesso tempo an-

che di auto, che guida con perizia in gare vintage): si tratta

di Joaquin Folch di Barcellona, che nel corso degli ultimi 25

anni è riuscito ad aggiudicarsi altre tre JPN (una del ’72 e

due del ’74, oltre a numerosi ricambi). Rilevate dall’importa-

tore iberico Juan Antonio Rodes, che a sua volte le aveva

prese in stock dall’Inghilterra per correre nel campionato

spagnolo. Folch è stato pilota Norton fin da giovane ed è

legato alla marca. Si aggiudicò una Norton Challenge con

motore Cosworth e quando seppe della strana lampada,

l’acquistò e incaricò P&M del restauro, che è durato 5 anni.

Folch l’ha guidata nel 1998 nella parata del TT, in occasione

del 25° anniversario della vittoria di Williams, mentre io pi-

lotai un modello del ’74. In seguito potei guidare anch’io la

moto del ’73, a Snetterton e Mallory Park, ed è tutta un’altra

cosa rispetto a quella dell’anno successivo. Molto più agile

e reattiva, bassa e stretta per essere una 750, ma lunga, da

pilotare con una posizione di guida particolare, come ho già

detto, molto distesa. Potete immaginare cosa sarebbe una

moto con questo telaio, un moderno bicilindrico a V o un V4,

freni, sospensioni e il meglio della tecnologia di oggi?

Info:

www.peterwilliamsmotorcycles.com