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KERB 1.13
neo ritorno in MotoGP, davanti a Loris Capirossi, nell’ultima
gara dell’anno.Negli USA lo chiamano semplicemente De-
smo questo modello unico, come se tutte le Ducati uscite
negli ultimi 35 anni dallo stabilimento di Bologna non usas-
sero la stessa distribuzione. Ebbene, ora capirete nel detta-
glio cosa Roland Sands è stato capace di fare con questa
moto. A molti puristi, il suo gesto è sembrato blasfemo! Osa-
re metter mano alla regina dei circuiti, dotata di uno splendi-
do telaio che ricorda quello disegnato da Massimo Tamburi-
ni per la Cagiva 500. Un’opera di design squisitamente made
in Italy, mutata in una creatura da dirt-track tutta “stars and
stripes”. Justyn Amstutz è anche uno dei partner di Roland
Sands, nonché proprietario della National Powersport Auc-
tions, società più grande al mondo nella vendita di motoci-
clette, ATV e moto d’acqua usati. “Sono entusiasta di quello
che abbiamo fatto. Roland e il suo staff hanno realizzato un
capolavoro, riuscendo a conservare lo spirito originario Du-
cati nella costruzione della Desmo. Cosa diavolo potremo
costruire di meglio adesso”? Come dicevo a inizio dell’arti-
colo, Amstutz nella sua collezione ha tre Desmosedici RR. La
prima acquistata dopo pochi minuti dall’apertura delle ven-
dite online. La seconda presa dal lotto assegnato agli Stati
Uniti, esaurito cinque ore dopo la messa sul web. Quest’ulti-
ma da tenere imballata nella cassa, giusto come muletto del-
la prima, che viene regolarmente utilizzata la domenica mat-
tina in prove libere in pista. Poi, come si suol dire, certe
occasioni capitano una sola volta nella vita: l’autobus della
fortuna è passato per tre volte da casa Amstutz, visto che
Justyn ha avuto l’occasione di acquistarne una terza con
zero chilometri. Il proprietario aveva chiesto un prestito per
poterla comprare, ma non potendo più far fronte ai paga-
menti ha deciso di cederla. Un po’ ci dispiace per lui, ma
questo esemplare è stato trasformato nella più veloce moto
da dirt-track di sempre. Lo stesso Sands è proprietario di
una Desmosedici RR, con molte miglia all’attivo e tanta pol-
vere raccolta nelle veloci esse delle alture californiane. Non
aspettava altro che sentirsi chiedere di customizzarne una.
“Volevo fare qualcosa con una Desmo, ma allo stesso tempo
non volevo tocccare la mia, che è perfetta. Speravo che arri-
vasse qualcuno a chiedermi di mettere le mani sulla sua De-
smosedici. Certo non mi aspettavo di farlo con un esempla-
re ancora fresco di fabbrica. Appena Amstutz mi ha chiamato,
la Desmo Tracker è diventata realtà. Il concetto che avevo in
mente era quello di una “streetfighter” con gomme ovali da
dirt-track, in modo da poterla usare anche in tratti sterrati.
Justyn voleva una moto da poter utilizzare per recarsi al la-
voro e divertirsi allo stesso tempo in gare dirt-track. Così ho
iniziato a buttare giù i primi schizzi e il risultato è stato fin da
subito brillante. Ci sono voluti tre mesi per realizzarla, senza
modificare i pezzi originali ma sostituendoli. Dovevo assem-
blare le due anime MotoGP e dirt-track della moto, per tanti
versi agli antipodi, soprattutto in termini di funzionalità ed
estetica. Dovevo creare qualcosa di utilizzabile con pulsante
d’avviamento e fanali, ergonomicamente confortevole, con
sospensioni adatte ad un uso non solo stradistico, mante-
nendo tutti i cavalli, e le stesse geometrie del telaio. Penso
di essere riuscito a centrare l’obbiettivo.” Avete capito
bene. Nessun componente della Desmosedici RR è stato ta-
gliato o modificato. Le carene e le altre parti in compositi
sono state preservate in modo che Amstutz le possa utilizza-
re come ricambio per le altre due moto. Sands ha saggia-
mente voluto a tutti costi che ogni modifica potesse essere