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reversibile, nel caso in cui si voglia ripristinare la moto nella
sua configurazione originaria. All’uopo, Roland ha sostituito
il telaietto sottosella in carbonio con uno in acciaio, per al-
loggiare il sellino ribassato, il codino e il serbatoio da tre
galloni (circa 13,5 litri) tutti in alluminio. La moto pesa meno,
159 kg, ma mantiene tutti i 200 CV del motore V4, sul quale
Sands non è intervenuto. “La modifica più importante è stata
quella di aumentare l’angolo di sterzo per guidare la moto
in derapata come una dirt-track. In occasione del test non
era ancora stato fissato il porta targa, necessario a Amstutz
per girare a San Diego. Al posto del forcellone posteriore,
Sands ha optato per un braccio in tubi con uscita sul lato si-
nistro, dove c’è la catena, lasciando il mozzo del cerchio de-
stro a vista, usando ruote da dirt-track Perfomance Machine
disegnate da Roland stesso dodici anni prima! La livrea tri-
colore Airtrix è un omaggio all’Italia. L’unico modo per capi-
re veramente questa moto era quello di provarla lungo le
colline a nord est di Los Angeles. Infatti conosco i miei limiti,
non ho mai girato su un ovale sterrato, specie con 200 CV
sulla ruota posteriore da gestire e coperture da 19 pollici
con battistrada quasi tassellato. Farci una foto statica è un
conto, girarci seriamente un altro. Neanche Amstutz ha pro-
vato la Tracker in maniera approfondita prima di me, a parte
la sfilata per le vie di Sturgis nell’agosto 2011 sulla moto ap-
pena completata. Pertanto mi è sembrato inopportuno cor-
rere dei rischi, visto il privilegio. Pennellare le curve lungo la
Glendora Mountain Road in direzione delle montagne di
San Gabriel in una soleggiata giornata invernale california-
na: questa sì che era una cosa che potevo permettermi di
fare. Specialmente dopo essermi sciroppato una marea di
km in sella alle Desmosedici RR di alcuni amici (sì, è bello
avere conoscenti benestanti con gusti raffinati in tema di mo-
tocicliette); così come aver avuto la possibilità di testare
anno dopo anno tutte le evoluzioni della 990 cc MotoGP uf-
ficiale, incluse quelle di Capirossi e Bayliss nel 2006, proprio
il giorno successivo la storica doppietta di Valencia (guarda-
te le pagine seguenti). E’ stata l’ultima apparizione pubblica
di queste purosangue da gara prima del commiato, per an-
dare a fare bella mostra nel Museo Ducati. Bene, posso dire
come guidare la RSD Desmo Tracker sia davvero un’espe-
rienza sensazionale. Tu sei seduto come se fossi su una moto
normale, e tutto ti sembra proprio normale, fino a quando
non premi il pulsante dell’avviamento scatenando l’inferno.
Dr. Jekyll diventa Mr. Hyde, e il rombo aggressivo del V4 Du-
cati risuona nella valle appena sfiori il gas. Se siete certi che
la Demosedici RR offra prestazioni da record, ebbene la De-
smo Tracker ci porta su un altro pianeta per due motivi: il
peso ridotto, che le consentirebbe di raggiungere i 302
km/h di velocità massima (sempre ammesso che riusciate a
restare attaccati al manubrio il tempo necessario per arrivar-
ci); e la posizione di guida più alta, che fa impennare la moto
già in terza. Dà un’emozione enorme cavalcarla - a patto di
ricordarsi che l’acceleratore funziona nei due sensi. Sfruttare
la coppia sopra i 5.000 giri per affrontare in slalom i tornanti
di montagna è uno spasso, andando qualche volta a limita-
tore. La potenza arriva come se si trattasse di una Superbike,