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dia. Avvertito il proprio box del malore, fece

in tempo a fermare la sua auto a bordo pista,

prima di essere trovato senza vita dai soccor-

ritori, che nulla poterono per rianimarlo. Hul-

me ora riposa nel Dudley Cemetery a Te Puke,

in Nuova Zelanda, accanto al suo adorato fi-

glio Martin, morto nel 1988 il giorno di Nata-

le per un incidente d’auto. Atroci scherzi del

destino. Ciao Orso, non ti dimenticherò mai!

05

ECCO IL NUMERO DUE: L’AVVENTURA CONTINUA

AMARCORD: PROVE TECNICHE DI EDITORIALE

M

onza 8 settembre 1968. Si corre il 39°

G.P. d’Italia di F.1. E’ appena finita la

corsa vinta da Denis Clive Hulme, detto

Denny, su McLaren-Ford. Un neo-zelandese

ribattezzato “l’Orso” per i modi rudi con cui

affronta i giornalisti, chi non gli sta a genio,

o non sa prenderlo per il verso giusto. Se-

condo, a 1.28 di distacco, è Johhny “il bel-

lo” Servoz-Gavin su Matra-Ford, che batte

in volata un certo Jacky Ickx su Ferrari. Su 20

partenti, solo 6 giungono al traguardo: un’e-

catombe. Tutti gli altri si ritirano per guasti

o incidenti. All’epoca si usava festeggiare il

vincitore proprio in pista, in prossimità del

traguardo. Io mi trovavo in mezzo alla folla

(ma non troppa come adesso) e mi avvici-

nai all’Orso (Hulme) con una lattina di birra

in mano. Volevo offrirgliela, ma fui cacciato in

malo modo da alcuni suoi meccanici. Pur in

quel trambusto lui vide tutto, notò il fatto, e

fece cenno di avvicinarmi tendendo la mano

per prendere la “mia birra”. Se la scolò in

C

ari amici eccoci di nuovo insieme. Pro-

segue la nostra avventura nonostante

tutti mi stiano prendendo per pazzo, per

aver dato vita a una nuova rivista cartacea.

Ma tanti riconoscono con ammirazione che

ci vuole anche coraggio, oltre a una certa

dose di incoscienza, nel mettersi in pista

proprio ora. In realtà, penso realmente che

ci sia uno spazio di nicchia per KERB MOTO-

RI, e che valga la pena provarci. Il numero

1 è piaciuto, ed è piaciuta tantissimo anche

la sua carta ecologica, volutamente retrò,

come la rivista. Resta ancora tanta strada da

percorrere, dura e in salita, ma piano piano

speriamo di raggiungere la nostra meta. A

piccoli passi. In questi momenti si vedono

anche quali sono i pochi veri amici e quali

i tanti cacciatori di favori mai restituiti: te-

niamo le spighe e perdiamo la gramigna.

Abbonatevi, abbonatevi, abbonatevi: è il

modo migliore per essere certi di ricevere il

giornale e sostenerci. Il nostro Governo ha

dato una mazzata al mondo dell’automobile

e della nautica e al loro indotto, con una tas-

sa populistica e inutile: ebbene a conti fatti

non ha nemmeno lontanamente raggiunto

il gettito previsto, ma ha causato danni in

DEDICATO AGLI STATI UNITI, MA ANCHE ALLA SPAGNA. LUOGHI, MARCHI, PERSONAGGI CON UNA PROPRIA STORIA

QUELLA BIRRA A DENNY HULME, DETTO “L’ORSO”, CAMPIONE MONDIALE DI UMILTA’ E DISPONIBILITA’

T ERZA PAG I NA

un attimo e per ringraziarmi, con ancora la

corona d’alloro attorno al collo, mi regalò la

fascia del vincitore. Potete immaginare la mia

grande felicità: correvo come un pazzo col

cuore che scoppiava di gioia. E pensare che

quell’anno lui era il Campione del Mondo di

F.1 in carica!!! Ancora oggi mi domando come

mai lo soprannominarono “l’Orso”. Un titolo

iridato nel 1967 e 8 gare vinte dal 1965 al’74

con Brabham e McLaren, il suo palmares in

F.1. In Can-Am conquista due campionati e fi-

nisce due volte secondo. A Indy corre quattro

volte: nel ’70 un’incendio gli ustiona le mani,

ma lui guida ugualmente con le bende. Non

aveva paura di sporcarsi di olio e lo si vede-

va di frequente trafficare sulla propria vettura

assieme ai meccanici. Molti anni dopo, esat-

tamente il 5 ottobre del ’92, morì per attacco

cardiaco proprio durante una corsa Turismo

in Australia, ma lui da grande campione e

grande uomo riusci a fermare la macchina un

istante prima della morte evitando una trage-

misura notevolmente superiore, ai compar-

ti economici citati. Vedremo gli sviluppi nei

prossimi mesi. Nel frattempo una grandissi-

ma firma internazionale è entrata a far parte

della nostra famiglia: infatti Graham Gauld,

giornalista e scrittore scozzese, biografo di

Jim Clark, ha iniziato a collaborare con noi.

Questo numero è dedicato agli Stati Uni-

ti, con tanti pezzi sul nuovo mondo: dalla

prova della Camaro Cabrio di Ed Heuvink,

all’articolo dedicato alla carriera di Steve

McQueen pilota. Poi abbiamo scoperto una

Ferrari 275 GTB/4 NART Spyder la cui storia

s’intreccia con quella dell’attore. Passando

per gli anniversari di Sebring e Daytona e

concludendo con le due ruote: il cameo di

Tim Watson e il test di Alan Cathcart della

Confederate P120 Fighter Combat. Trovere-

te anche un pizzico di Spagna, su questo n.

2, con uno speciale sulla HRT F1 e sulla JJ

Cobas-BMW. Ci sono anche diversi articoli

incentrati sul marchio Ferrari, a partire dal-

la prova della 458 Spider, ma non perdetevi

quello a pagina 7 e le chicche di Pino Asaro

e Sergio Troise. Buona lettura e fateci sape-

re cosa ne pensate. Il numero 3 uscirà verso

metà novembre.

di Sciampi

di Andrea Cittadini

KERB 2.12

Ivan Capelli

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